Gli affreschi

Gli affreschi della Chiesa sono un compendio di teologia che fungeva da aiuto ai Cristiani ai quali erano sconosciute le Sacre Scritture. I bellissimi affreschi rimasti e restaurati risalgono a diversi periodi che vanno dal XII al XVII secolo.

Cristo Pantocratore

Il Cristo Pantocratore risale al XII secolo ed è coevo alla costruzione della Chiesa. Tecnica esecutiva: pittura a fresco con incisioni. Il Cristo seduto nell’atto di benedire è racchiuso dalla “mandorla” classico elemento di gusto bizantineggiante e sostiene tra le mani le Sacre Scritture. Interessante è lo sguardo magnetico e penetrante di Gesù. Si osserva che l’orecchio destro del Cristo presenta proporzioni maggiori rispetto al sinistro, questo a significare l’importanza dell’ascolto. Cristo ci dice: “Mettiti in Ascolto”.


Absidiola Sinistra

L’absidiola di sinistra, oggi sede del Tabernacolo, risalente al XV secolo è suddivisa da due ordini: ordine superiore sul catino absidale, ordine inferiore sulla zona parietale. Nel catino absidale osserviamo una suddivisione equilibrata e geometrica con Cristo Benedicente inserito nella mandorla e la raffigurazione simbolica dei quattro evangelisti. Nella zona parietale si rileva la presenza i San Sebastiano e il San Rocco, patrono di Pieve di Coriano. La pittura eseguita con la tecnica a fresco offre una tavolozza varia. Le cromie sono equilibrate e complementari e creano un armonioso accordo. Le figure e gli elementi sono particolareggiati e ben proporzionati. L’absidiola è incorniciata da un motivo a meandri dalle tonalità molto intense e tipicamente medievali.


Absidiola Destra

L’absidiola destra risalente al XV secolo presenta sul catino absidale una toccante Crocifissione con la Maddalena ai piedi della croce, inchinata e nella atto di abbracciarla. Alla sinistra della croce osserviamo il Discepolo amato da Gesù col braccio alzato rivolto verso la Croce; dal lato opposto la Madre di Gesù con il capo chino e le braccia alzate che esprimono il dolore. Il fondo rosso ci riporta simbolicamente alla passione di Gesù. Purtroppo sono presenti alcune lacune sull’affresco dovute al passaggio delle corde delle campane. Infatti sopra l’absidiola nel 1530 venne costruito un campanile, demolito nel 1928. Nel parete, suddivisi da partiture architettoniche, era presente una teoria di Santi, dei quali però, rimangono San Pietro e San Bernardino da Siena.


Cena di Gesù in Betania

Questo brano pittorico presente nella navata laterale destra risale alla seconda metà del 400 ed è una pittura a fresco policromo. Rappresenta la scena della Cena di Gesù in Betania con Marta e Maria, la composizione del testo appare di semplice fattura, ma di forte impatto in quanto osserviamo le espressioni e i movimenti dei commensali. Di particolare interesse artistico è lo sfondo dietro la scena con motivi vegetali dettagliati e il pavimento decorato a finto marmo bicromo. Particolareggiata è la descrizione del cibo posto sulla mensa. Purtroppo a noi perviene solamente il frammento di una scena molto più complessa.


Santa Caterina da Alessandria, Sant’Antonio Abate, Madonna del Latte e Santa Lucia

L’affresco parietale, presente nella navata laterale sinistra, risale al XV secolo ed eseguito a fresco policromo. Sono raffigurati in ordine da sinistra Santa Caterina da Alessandria con la ruota simbolo del suo martirio; Sant’Antonio Abate con il campanellino e il bastone, la Madonna che allatta Gesù Bambino e Santa Lucia. Anche questo brano pittorico ha subito purtroppo danni di origine traumatica dovute a nuove aperture. Le figure sono bene eseguite e ricche di particolari, specialmente Santa Caterina con una corona di gemme e un abito delicatamente decorato.


Sant’Agnese e San Donato

Anche questo affresco è situato nella navata laterale sinistra e risale alla seconda metà del 400. Rappresenta rispettivamente Sant’Agnese e San Donato inseriti in una quadratura dal gusto tardo medievale con alle spalle una sorta di muratura merlata. Sant’Agnese con l’Agnello e la palma, dal viso dolce e incorniciato da una chioma dorata ben dipinta. San Donato Vescovo con mitria e pastorale ben decorati e particolareggiati. Sullo sfondo osserviamo un delicato cielo dal tono ceruleo chiaro con le nuvole che richiamano ai colori del tramonto.


Madonna col Bambino

Risalente al XVI secolo, l’affresco policromo, probabilmente inserito in un contesto architettonico di particolare interesse artistico, rappresenta una Madonna col Bambino. In basso a destra osserviamo le mani giunte del probabile offerente. Il volto della Madonna incarna i simboli della maternità: osserviamo le mani della Madre che accarezzano dolcemente il Bambino mentre Lui gioca con il Suo velo. Interessante è la raffigurazione del Bambino con un ottima plasticità e cromia. Anche di questo dipinto rimane un piccolo brano a testimonianza di un’importante costruzione.


Madonna con Bambino, San San Sebastiano e San Rocco

L’affresco è suddiviso in due parti. Nella parte superiore risalente al XVI secolo osserviamo i Santi Sebastiano e Rocco con al centro la Beata Vergine con il Bambino. Di particolare interesse artistico è la figura di una Madonna col Bambino in alto al centro, probabile ripensamento dell’artista in fase di esecuzione. La parte sottostante risalente al XVII secolo è caratterizzata da un tendaggio con al centro lo stemma di una casata, di cui non si conosce l’identità. All’estremità inferiore, attualmente celato da una banda dall’altare ligneo, appaiono i resti di un nome probabilmente riferito alla famiglia offerente. L’affresco, appare oggi, incorniciato da un meraviglioso altare ligneo cinquecentesco intagliato, dorato e dipinto con elementi antropomorfi e fitomorfi (elementi vegetali).


Santa Liberata o Santa Matilde di Germania

Riguardo a questo affresco abbiamo due ipotesi di interpretazione. La prima ci porta a Santa Liberata da Como. Risalente alla seconda metà del 400, l’affresco policromo è posto su un pilastro a sezione circolare, e ci mostra la Santa con due neonati in braccio avvolti in fasce; la tavolozza è ricca di colori primari e complementari di forte impatto. In origine tutte le colonne e i pilastri della Chiesa erano ricoperti da pitture a fresco con Santi.
L’altra interpretazione fu data dal maestro Dino Magri (1984) secondo cui l’affresco potrebbe rappresentare Santa Matilde di Germania, madre di Ottone I e Bruno di Colonia arcivescovo.


Santa Caterina da Alessandria

Un altro esempio di lacerto, in affresco policromo, conservato su un pilastro raffigura Santa Caterina da Alessandria con gli attributi: la ruota del martirio e la palma. La Santa è inserita in una cornice a finto marmo e probabilmente faceva parte di una serie di partiture architettoniche con Santi. Molto particolareggiata è la resa della corona posta sul capo e l’elaborato mantello.


Architettura

Questo frammento presente nella navata laterale destra, risale al XVII secolo e rappresenta un dettaglio di una maestosa architettura resa ad effetto ottico dai toni del giallo dorato e terra d’ombra.