La Pieve fu eretta attorno al 1100.
La tradizione narra che la chiesa fu costruita nel 1082 per volere di Matilde di Canossa. L’origine di questa affermazione risale al 1612 nella Historia ecclesiastica di Mantova dove il Donesmondi attribuì l’edificazione della chiesa alla Grancontessa, assieme ad altre chiese del territorio.
Lo storico mantovano affermò questa data riprendendo l’iscrizione da una lapide, presente ancora oggi sulla facciata della Pieve, dove sta scritto “D.O.M. ET B. MARIAE V. IN COELUM ASSUMPTAE ERECTA A.D. 1082 A CONNTISSA MATHILDE”. Secondo un’analisi storica questa lapide non può essere ritenuta originale dell’XI secolo, ma soltanto dell’epoca cinquecentesca.
Storicamente, quindi, non ci sono documenti che attestano una data certa di costruzione della chiesa e neanche che la committente fu Matilde. Sulla base degli elementi architettonici si può affermare che la Pieve venne eretta attorno al 1100.
La chiesa è in stile romanico lombardo, costruita in laterizio ed è composta da tre navate e dall’abside centrale e due absidiole laterali.
Pieve in diocesi di Reggio Emilia
Durante il Medioevo, come altre chiese dell’Oltrepò mantovano, la Pieve era annessa al vescovo di Reggio Nell’Emilia.
Dai registri del battistero di Reggio Nell’Emilia emerge che alla Chiesa di Pieve di Coriano (alias Revere) fino al 1463 venivano mandati gli Oli Santi, nel giorno di Giovedì Santo. Nelle Pievi, infatti, si praticava il rito del Battesimo.
Questo dato è avvalorato dalla visita di Pallavicino del 1456-1462 in cui risultava essere presente anche la Chiesa di Pieve di Coriano.
Nell’archivio di Reggio Nell’Emilia mancano i documenti degli anni che intercorrono dal 1463 al 1471.
Dal 1471 la Chiesa non compare più nei registri quindi se ne deduce che in quel lasso di tempo avvenne il passaggio dalla diocesi di Reggio Nell’Emilia a quella di Mantova.
Il restauro del Cinquecento
Nel 1538 ad opera del canonico Sicheo Degli Uberti la Chiesa venne ristrutturata.
La struttura della chiesa romanica a tre navate non subì sostanziali alterazioni.

(Archivio parrocchiale Pieve di Coriano)

(Archivio parrocchiale Pieve di Coriano)
Da quanto documentato è possibile affermare che le tre absidi, pur rimanendo quasi intatte, subirono importanti opere di restauro. L’interno venne quasi totalmente intonacato e affrescato con raffigurazione di Santi, natura palustre tipica del territorio e con i medaglioni dei dodici apostoli. A questi erano affiancati episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. I fedeli che entravano nella Chiesa di Pieve erano accompagnati all’altare da questa processione di affreschi.
Altre modifiche comportarono la chiusura delle classiche monofore romaniche e l’apertura di nuove finestre rettangolari. Al lato sinistro venne affiancata la cappellina di San Bernardino Degli Uberti. Sulle navate laterali vennero costruite le volte e in particolare sulla navata centrale sorse una grande volta a botte. La facciata della Chiesa subì le modifiche maggiori: le semi-colonne e i contrafforti originali vennero tagliati e venne totalmente lisciata per poi essere ricoperta da nuovi mattoni.
Nel 1575 la Chiesa di Pieve venne chiamata “La Maggiore, la più bella e la più ampia”. Questo restauro giunse fino ai primi anni del ‘900, in cui si decise di riportare la Chiesa al suo stile romanico originale.
Il campanile venne eretto nel 1530 sull’abside destra e rialzato nel 1778; altri importanti restauri vennero fatti alla fine dell’ottocento.

(Archivio parrocchiale Pieve di Coriano)
Il recupero dello stile romanico del 1911
La volontà fu quella di riportare la Chiesa al suo stile romanico originale. Questi restauri comportarono: l’abbattimento della facciata cinquecentesca e il rifacimento, della stessa, in stile romanico; la demolizione delle volte, la chiusura delle finestre aperte nel cinquecento e la riapertura delle monofore. Purtroppo anche l’intonaco e gli affreschi rinascimentali vennero quasi totalmente scrostati per ridare alla Pieve lo stile romanico di pietra a vista. Solo alcuni affreschi vennero salvati e sono ancora oggi visibili. Nel 1928 venne demolito il campanile cinquecentesco.

(Archivio parrocchiale Pieve di Coriano)
Della facciata romanica, ricostruita nel restauro del novecento, le uniche parti che rispecchiano la Chiesa originale riguardano le quattro semi-colonne e i due contrafforti laterali.
La chiesa di Pieve oggi
L’impianto attuale della chiesa è rimasto quello romanico: tre navate divise da pilastri a sezione tonda in laterizio, l’abside maggiore e due absidiole laterali.



All’interno della Chiesa si trovano degli affreschi risalenti ai secoli XII, XIV, XVI e XVII.
La parte più antica e meglio conservata è quella dell’abside maggiore dove oggi è possibile ammirare l’affresco del Cristo Pantocratore risalente al secolo XII.
Il Crocifisso ligneo risale al XIV secolo; di grande impatto è l’espressione del volto in cui Cristo, con gli occhi socchiusi, sembra voglia proferire alcune parole.
L’absidiola destra era il sacrario per il Corpo di Cristo. Nel catino absidale vi è dipinta la Crocifissione, sulle pareti sono raffigurati San Pietro e San Bernardino.
Nell’absidiola sinistra, oggi sede del Tabernacolo, sul catino absidale è dipinto il Cristo Glorioso attorniato dai simboli dei quattro evangelisti. Sulle pareti sono dipinti San Sebastiano e San Rocco, patrono di Pieve.
All’esterno della navata destra è possibile ammirare un idolo pagano ritrovato durante lavori di scavo. Questo fa ipotizzare che la Chiesa possa essere sorta sui resti di un antico tempio pagano.
Dal 1930 al 1934 venne costruito il campanile in stile pseudo-romanico e nel 1952 e 1953 vennero erette le due cappelle laterali: la cappellina dei Santi e la Sagrestia.
